Identità digitale
Una delle priorità della rivoluzione digitale a livello europeo riguarda l’identità digitale dei suoi cittadini. Anzi l’identità digitale come diritto europeo. Di questo ho parlato anche al Villaggio Rousseau il 26 agosto 2020. Il diritto della UE riconosce già nei Trattati alcuni aspetti dell’identità digitale, in particolare il diritto alla protezione dei dati e della vita privata, il diritto all’oblio e il diritto all’accesso a Internet.
Il 3 ottobre 2018, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sostenuta anche dal M5S, dal titolo “Tecnologie di registro distribuito e blockchain: creare fiducia attraverso la disintermediazione” 1 . Il documento evidenzia come la tecnologia blockchain e, più in generale la tecnologia Distributed Ledger Technology (DLT) – priva com’è di un amministratore centrale – si presta ad applicazioni in numerosi settori del mercato interno; tali tecnologie realizzano, secondo il documento, un vero e proprio ecosistema, fondato su auto- sovranità, identità e fiducia, dove la gestione diretta dei dati personali da parte dei titolari permette una migliore tutela dell’identità digitale. Bisogna accelerare su questo processo, perché già gran parte delle nostre attività si svolge
digitalmente, è giusto che esista un’identità chiara e garantita per ogni cittadino della UE, che diventi un diritto inalienabile della persona, garantito dall’Unione Europea. In questo senso, una richiesta di accelerare questo processo è giunta già da qualche tempo dal Movimento 5 Stelle. Il 2 aprile 2019, la nostra delegazione al Parlamento europeo ha presentato una
mozione di risoluzione 2 per chiedere alla Commissione di proporre un atto legislativo che riconosca il diritto all’identità digitale e ne specifichi contenuto, limiti e garanzie, nonché le modalità di interazione con altri diritti fondamentali.
Un lavoro da portare avanti nella “Agenda digitale europea” che fa parte della Strategia Europa 2020. Un cammino che la Commissione europea ha iniziato nel 2012 con la pubblicazione del “Codice dei diritti online vigenti nell’UE ” 3 , che raccoglie norme e principi di base sanciti nel diritto dell’Unione a tutela dei cittadini che accedono online a reti e servizi nei settori delle comunicazioni elettroniche, del commercio elettronico e della protezione del consumatore e che dovrebbero trovare applicazione nell’ambiente digitale.
Tra i diritti più importanti già all’epoca delineati vi è il diritto all’accesso a Internet per ciascun cittadino europeo; il diritto di accesso senza discriminazioni ai servizi forniti online; la protezione dei propri dati personali, sancita poi dal Regolamento Generale per la protezione dei dati entrato in vigore nel maggio 2018.
Va ricordato anche il
“Regolamento in materia di identificazione elettronica e servizi
fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno”.
Il passo successivo sarà la nascita dell’identità digitale propriamente detta, di cui ha parlato anche la presidente della
Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo primo “Discorso sullo stato dell’Unione”, pronunciato il 16 settembre 2020 a Bruxelles davanti al Parlamento europeo.
Queste le parole della von der Leyen: “La Commissione proporrà presto un’identità digitale europea sicura. Qualcosa di affidabile, che ogni cittadino potrà usare ovunque in Europa per
fare qualsiasi cosa, da pagare le tasse a prendere a noleggio una bicicletta. Una tecnologia che ci consenta di controllare in prima persona quali dati vengono utilizzati e come”