Un condom per il sesso, o per Sasso?
Capisco che in un governo formato praticamente da tutti i partiti sia difficile trovare il modo per farsi notare. Ma il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso, della Lega-Salvini premier, stavolta si è davvero impegnato, arrivando a criticare la scelta di due studenti del Liceo Sigonio di Modena, candidati alla presidenza d’istituto, di distribuire preservativi a scuola. Ma anche il preside dell’istituto li ha rimproverati. Tuttavia questi due intraprendenti candidati, a cui va tutta la mia simpatia e solidarietà, non hanno fatto nulla di rivoluzionario. Un paio d’anni fa sulla distribuzione gratuita di condom a scuola il ministro della Salute Pierpaolo Sileri, all’epoca viceministro, aveva fatto una battaglia: “Fondamentale è promuovere l’uso del profilattico nelle scuole e nelle università”. Contempla questa misura anche il protocollo d’intesa siglato nel 2015 dal ministero della Salute e dal Miur per l’educazione alla salute e alla sessualità in favore di studenti e docenti. Di profilattici nelle scuole si parla da molto tempo e, in mancanza di misure sistematiche, diversi istituti si sono mossi in autonomia. I due studenti hanno fatto bene a fare la campagna elettorale a suon di profilattici. Forse chi dovrebbe saperlo non lo sa, ma i contagi da Hiv tra i giovani sono in crescita.
Sasso, detto per inciso, qualche mese fa ha preso un testo del giornaletto “Topolino” e lo ha attribuito a Dante Alighieri. Ha dato corda al preside della scuola, che si era indignato, dicendo “la scuola non è un circo”. Al circo non si fanno certe cose, caro preside, ma gli studenti le fanno. Lasciamo stare il preside e Sasso, parliamo di sesso.
Vergogna, tabù, reticenze, ah, sì, poi c’è anche il peccato. Che peccato! I giovani sono lasciati a loro stessi. Non ne parleranno certamente con i genitori, forse con i coetanei che ne sanno quanto loro. Guarderanno i porno e penseranno che quella sia la sessualità. Ignoranza, immagini distorte di un mondo che, se avranno pazienza e perseveranza, dovranno costruirsi da soli, faticosamente.
L’Italia è infatti uno dei pochi Paesi europei in cui non si insegna l’educazione sessuale a scuola. Con noi ci sono solo Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania. Movimenti come il cattolico Moige si sono sempre schierati contro l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Dicono che ci pensa la famiglia. Ma uno forse più cattolico di loro ha detto un’altra cosa: “Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica”. Parole di papa Francesco pronunciate nel 2019. Stiamo ancora aspettando.