Armi, rifiuti e misteri: la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
Ventotto anni fa morivano assassinati in Somalia la giornalista Ilaria Alpi e il cine-operatore Miran Hrovatin. Invano si sono cercati i colpevoli, tra depistaggi, segreti di Stato e una scia di altre morti sospette collegate con la stessa inchiesta che stava portando avanti la Alpi.
Le cause del duplice omicidio sono da ricondurre appunto all’inchiesta condotta dalla giornalista su di un traffico di armi e rifiuti tossici, occultato dietro agli aiuti della cooperazione internazionale e favoriti da pezzi dello Stato e dei nostri servizi segreti.
Un movente “anonimo”, che necessita di nomi, nomi che solo in parte sono stati indicati in ambito giudiziario. Ma alcuni di quelli che stiamo cercando si possono trovare leggendo atti processuali che sembrano lontanissimi dal duplice omicidio avvenuto in Somalia nel 1994. Come quelli dell’inchiesta di Trento sul traffico di armi e droga condotta dell’ex magistrato Carlo Palermo nei primi anni Ottanta, oppure le testimonianze di alcuni pentiti ritenuti credibili, ma di fatto ignorati, per arrivare fino agli ultimi giorni di Paolo Borsellino e alle carte di “Mafia e appalti”. Come ha detto un paio d’anni fa Carlo Palermo, l’omicidio di Alpi e Hrovatin va inquadrato in un contesto più ampio:
“Il duplice omicidio Alpi-Hrovatin, avvenuto nel 1994, non può essere considerato come un episodio avulso dalla storia che in quel momento si stava sviluppando e che riguardava il rapporto tra Italia, Somalia ed altri Paesi come gli Stati Uniti d’America. Vi sono state delle situazioni che hanno visto, sin dal lontano 1978, dei rapporti che si sono sovrapposti a quell’istituto della cooperazione per aiutare e sostenere la Somalia.
Fu da allora che si crearono dei traffici di armi che nel corso degli anni hanno creato una serie di rapporti anche illeciti che hanno nel tempo fatto emergere delle “punte di iceberg”. L’ultima è quella del 1994 nella quale persero la vita Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ma numerose altre vicende sono incappate in quella storia”.
Traffico internazionale di armi e rifiuti, scenari molto più grandi per quel duplice omicidio in Somalia, archiviato ripetutamente dalla magistratura italiana. Sarebbe un’offesa all’intelligenza umana definire queste concordanze come coincidenze. Non serve un genio per arrivarci, basta leggere gli atti pubblici e raffrontarli. Ma ovviamente non è possibile arrivare alla verità, perché ancora una volta, come diceva Sciascia, non si può processare lo Stato.