Conflitto d’interessi: necessaria una legge anche in Italia
“Tutte le grandi democrazie europee hanno nel loro ordinamento delle leggi che regolano i conflitti d’interesse. In Germania una legge delle 1953, aggiornata nel 2015, vieta ai ministri ogni tipo di retribuzione al di fuori del loro incarico o l’appartenenza a organi anche consultivi. In Francia c’è il divieto assoluto per un parlamentare di avere incarichi in una azienda privata e la legge prevede una sanzione di 3 anni di carcere e 200mila euro di multa per chi non la rispetta, oltre naturalmente alla rimozione dell’incarico. In Spagna nel 2016 è stata modificata la legge elettorale e sono state inserite norme specifiche che impediscono ai parlamentari di essere presidenti, amministratori, manager o partecipanti indiretti in società private. Una legge sul conflitto d’interesse ce la chiede anche la Commissione europea che nel rapporto 2022 sulla condizione dello Stato di diritto in Italia ha evidenziato come ‘la pratica di incanalare le donazioni ai partiti attraverso fondazioni e associazioni politiche rappresenta un serio ostacolo alla responsabilità pubblica’, dal momento in cui ‘le transazioni sono difficili da tracciare’ e ‘la corruzione è sempre più utilizzata per infiltrarsi nell’economia legale’. Di qui la richiesta di adottare “norme esaustive” sul conflitto di interessi e una regolamentazione delle attività di lobbying. La proposta del Movimento 5 Stelle, presentata dal Presidente Giuseppe Conte oggi in conferenza stampa, va dunque nella direzione di rafforzare la nostra democrazia e di allinearla a quella degli altri Paesi europei. Basta politici a libro paga di lobby, Stati stranieri e potentati economici”, così in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle (11.1.2024).