Frodi ai fondi europei
L’Italia reagisce meglio di altri Paesi alle frodi sui fondi europei, stando ai dati dell’Olaf, l’Ufficio antifrode della UE. Le autorità italiane, infatti, trasformano in indagine il 62% dei casi segnalati, contro una media europea di appena il 39%. Come dimostrato in numerose inchieste in Italia e all’estero, le mani della criminalità organizzata si allungano sempre più spesso sui fondi europei, sottraendo risorse destinate a imprese, associazioni e cittadini onesti.
Per questo bisogna aumentare la trasparenza nei processi decisionali e i controlli relativi all’impatto sul territorio del progetto finanziato, anche ex post.
Rammarica la debole risposta di tanti Stati membri alle segnalazioni dell’Olaf. Con la creazione della Procura europea siamo certe che aumenterà la vigilanza sull’uso dei fondi. Bisogna voltare pagina, recuperare le risorse illecitamente destinate e intensificare i controlli soprattutto in attesa dei miliardi del Next Generation UE che verranno investiti nei prossimi mesi.
Gli Stati membri devono prendere misure per evitare le frodi sui fondi europei. Come membro della commissione Controllo dei bilanci sono molto impegnata su questo fronte, anche per rivendicare un ruolo attivo del Parlamento europeo sul controllo dei fondi. Non possono essere solo i singoli Paesi membri della UE a controllare, è necessario che anche la Corte dei Conti europea e del Parlamento siano protagonisti di queste verifiche.
I cittadini di tutti i Paesi devono sapere che i fondi provengono dall’Unione Europea, è necessario che essi siano identificabili come tali. E bisogna distinguere chiaramente i finanziamenti europei da quelli nazionali, evitando che si creino doppioni. Inoltre è importante che l’Europa sappia chi sono i destinatari finali.
Di fronte agli imponenti strumenti economici messi atto per l’emergenza Covid-19 – circa 750 miliardi di euro – sono necessari controlli ancora più incisivi. Non necessariamente una maggiore trasparenza implica automaticamente una maggiore complicazione delle procedure. Alcuni colleghi hanno sottolineato il fatto che regolamenti troppo complessi possono favorire le frodi. E come commissione Controllo dei bilanci abbiamo chiesto di semplificare alcune procedure proprio per rendere i processi più trasparenti e prevenire le truffe. Eppure, i controlli non devono mancare, perché molte organizzazioni criminali da tempo si stanno organizzando per intercettare gli aiuti europei. La rapidità degli aiuti non può essere confusa con la superficialità nei controlli: il monitoraggio costante sull’utilizzo delle risorse deve essere sempre garantito. Armonizzare rapidità, flessibilità, trasparenza, controlli. Non è semplice, ma è una sfida in cui stavolta l’Europa si gioca il proprio futuro.