Centro America, le rotte della disperazione
Siamo abituati alla rotta migratoria del Mediterraneo, a vedere i barconi carichi di disperati che fuggono da fame, guerra e dittature. Cerchiamo i metodi per limitare questa migrazione, nel modo più ipocrita che un’unione di democrazie può fare: pagare i paesi del bacino del Mediterraneo per evitare le partenze, per rinchiudere i migranti in campi di raccolta che assomiglia sempre più a veri e propri campi di concentramento.
Quello che scordiamo è che nel mondo, le rotte migratorie sono tante. Nell’ultima missione in Centro America del Parlamento europeo, ci è stata illustrata la situazione della rotta migratoria che dai paesi del Sud America porta agli Stati Uniti. Un percorso lunghissimo, fatto di soprusi e violenze inaudite. Molte delle persone che intraprendono il viaggio, spesso intere famiglie con bambini piccoli, non arriveranno mai a destinazione.
Le persone partono il più delle volte senza bagagli, addirittura calzando solo ciabatte di plastica: in questo modo attraverseranno la giungla. Allan Rodríguez Vargas, coordinatore dell’Unidad de Refugio di San José in Costa Rica, ci ha raccontato quello che vede tutti i giorni nei centri di aiuto dei migranti.
“Durante il viaggio, tutte le donne subiscono violenze sessuali da parte di gruppi, più volte lungo il cammino – spiega – Poi c’è il problema delle lacerazioni di piedi e gambe, attraversando la foresta arrivano qui in condizioni veramente preoccupanti. Una volta abbiamo assistito una mamma che si era fatta centinaia e centinaia di chilometri con la figlia di 12 anni disabile in braccio. Questo le aveva provocato una grossa ferita al fianco, oltre ai danni alla schiena per il peso che aveva dovuto portare”.
Il Costa Rica è un paese dove i migranti possono trovare un momento di riposo e di cura prima di riprendere il viaggio verso il Nicaragua per arrivare agli Stati Uniti. Qualcuno si ferma per il periodo necessario per guadagnare i soldi per pagare le guardie nicaraguensi per poter attraversare il confine. Lo Stato mette a disposizione un pullman che porta i migranti dal confine meridionale di Panama a quello settentrionale con il Nicaragua.
“Nonostante le violenze subite, nonostante le difficoltà che sanno di incontrare a nord – continua Rodriguez Vargas – i migranti non abbandonano il ‘sogno’ di arrivare negli Usa. Lo dicono chiaramente: qualsiasi cosa ci capiterà non potrà essere peggio di quello che abbiamo già subito fino ad ora”.
Andando a vedere i dati sulla popolazione di migranti che transitano in Costa Rica, vi sono numeri sorprendenti. La quarta nazionalità più diffusa è quella cinese. Ma ci sono immigrati provenienti anche dall’India e dall’Afghanistan. Un viaggio impensabile e assurdo, dal punto di vista logico, ma che trova una sua giustificazione nel fatto che per queste nazionalità è possibile volare in alcuni paesi del Sud America senza bisogno del visto. E alla base di tutto questo ci sono sempre gruppi organizzati, criminali, che lucrano sulla disperazione delle persone.