Qatargate: bene nuove norme PE, ma rafforzare lotta a conflitti d’interesse
“Le modifiche al regolamento interno del Parlamento europeo vanno sicuramente nella giusta direzione per rafforzare la trasparenza e l’integrità di questa Istituzione dopo lo scandalo Qatargate. Siamo molto soddisfatti in particolare del fatto che sia stata chiarita meglio la definizione di conflitto di interessi e vanno nella giusta direzione sia l’obbligo per l’europarlamentare di comunicare a voce il conflitto di interesse intervenendo in Plenaria sia la presentazione di una dichiarazione in caso di nomina a relatore o relatore ombra. Inoltre, gli europarlamentari dovranno dichiarare le loro attività e passività all’inizio e alla fine di ogni mandato, dimostrando di non essersi arricchiti durante il mandato, e potranno incontrare solo i rappresentanti di interessi iscritti nel registro per la trasparenza. Esprimiamo rammarico tuttavia per la mancata approvazione di alcuni emendamenti presentati dai Verdi europei e da The Left che avrebbero rafforzato le maglie contro le finte consulenze. Consideriamo queste modifiche come un primo passo contro i troppi conflitti d’interesse che esistono nelle Istituzioni europee. Per noi, in particolare, è necessario rivedere il codice di condotta e rafforzare le sanzioni applicabili in caso di violazione per darle un vero potere deterrente. Infine, vanno riformate anche le regole sulla protezione degli informatori allineandole alla direttiva europea sugli informatori che, al momento, non si applica allo staff del Parlamento soggetto solo al regolamento del personale che nulla prevede a riguardo. La nostra battaglia non è finita”, così Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, in una nota (13.9.2023).