Ue: spiare i giornalisti? Meloni confonde Europa con DDR
“Una inchiesta di Investigate Europe, che ha visionato i documenti in Consiglio, rivela che il governo italiano abbia preteso l’ok all’utilizzo di spyware per spiare i giornalisti come condizione per dare il suo via libera al Media Freedom Act. Il governo Meloni si allinea dunque a quello ungherese di Orban che nel passato si è già macchiato di aver sorvegliato i giornalisti, come rivelato dallo scandalo Pegasus. Qualcuno dica alla Meloni che l’Europa non è la DDR, i cui cittadini erano controllati dalle spie della Stasi. Già al Parlamento europeo, nell’adozione della posizione negoziale, su insistenza della destra si era derogato al divieto totale di utilizzo di microspie, che avremmo voluto, tramite l’adozione di un emendamento che le autorizzava per motivi di sicurezza nazionale. Tuttavia, allo stesso tempo il Parlamento poneva dei paletti precisi e cioè che questa attività non riguardasse il lavoro e le inchieste della stampa. Contro questa vergogna assoluta daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali: il quarto potere non può e non deve essere mai sottoposto a tutele o controlli. Che il metodo del governo sia quello di punire la libertà di stampa è evidente anche da un altro episodio: il Sottosegretario Claudio Durigon ha chiesto ben 200 mila euro chiedendo ai giornalisti del quotidiano ‘Domani’, a cui va la nostra più totale solidarietà, di fermare il loro lavoro e non pubblicare ulteriore inchieste su di lui”, così in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle (12.12.2023).